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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

La poesia fa i versi?

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Sì, la poesia è un animale che fa i versi. Li fa corti e lunghi, sempre con la giusta modulazione. A volte sembra quasi una ballata. Tra tutti i rumori del mondo, il verso del poeta si distingue per l'atmosfera che trasmette. Se andate a un reading di poesia, vi accorgerete che il suono candido di una lirica fa pace con l'aria. Sì, la poesia è un animale senza la "bestia".   Dario F. Pericolosi

La poesia non fa male, anzi

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Il caso del poeta multato a Venezia ha sollevato molta polvere. Adesso che si è diradata, e ci vediamo bene come prima, vi invito a leggere l'articolo di Vera Mantengoli, Ma le poesie non fanno male , uscito sul quotidiano La Nuova Venezia. Ecco una frase del testo che mi ha colpito:  " Un paio di giorni fa, proprio nella città patria dell’arte, i vigili gli hanno fatto capire che non si vive di poesia. È la burocrazia quella che sostiene il mondo e anche un artista di strada deve esibire il permesso di sostare in strada, poeta o non poeta". Lascio la porta aperta ai vostri commenti...   Dario F. Pericolosi

La poesia non vende nulla e acquista umanità

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"Con la cultura non si mangia", disse un ministro italiano, e aveva ragione se si riferiva al panorama culturale dell'Italia. Io replico, a distanza di tempo, dicendo: "con il lavoro non viviamo più". L'occupazione in tempo di crisi, salvo le categorie fortunate, non permette un'esistenza "tranquilla". E quando finirà la recessione, le possibilità di andare verso un forte impulso occupazionale e retributivo rimarranno basse, e tale stato di cose durerà fino a quando l'attuale sistema economico mondiale non verrà modificato in una moderna economica per la collettività. Detto questo, penso che con la cultura possiamo mangiare e bere,   mentre la poesia non vende nulla e acquista umanità...     Dario F. Pericolosi

La poesia è in contravvenzione. Concilia?

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È notizia di questi giorni: a Venezia è stato multato dai vigili urbani il poeta Antonio Melis. E' colpevole di aver "regalato" i suoi versi ai passanti. Il vicesindaco si è scusato con il poeta di strada, ma il danno alla poesia è stato fatto. Non mi interessa sapere come sono andate le cose, sta di fatto che Melis non ha venduto nulla: stava solo distribuendo della gratificante poesia. La poesia non vende nulla e acquista umanità, ricordatevelo.     Dario F. Pericolosi

Come sconosciuto sono molto conosciuto

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Non ho mai avuto interesse a far conoscere la mia vita privata di sconosciuto su qualsiasi social network, e lo dimostro attraverso il blog «Calcio alla Poesia». E tanto meno avere “falsa intimità” con i vip. Sì, troverete la mia biografia, i libri che ho pubblicato, ma io resto il mezzo con il fine di dare vitamina alla lirica italiana. Punto e basta. Oggi, se hai un nome, e produci gossip, o sei un personaggio molto chiacchierato, tutto quello che realizzi fa soldi, e tanti, per lui e gli altri. Nel mondo della poesia, ne sono certo, mi conoscono e valorizzano per quello che sto facendo. Mi considero un uomo affermato anche come poeta, ed è un valore aggiunto al proprio palmarès umanitario.   Dario F. Pericolosi

Poesie e motori non sono dolori

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Anche l’auto ha la sua poesia. Per un momento, anzi, per un viaggio, dimentichiamo costi, traffico, incidenti e inquinamento. Guardiamo, invece, al di là del parabrezza il mutamento del paesaggio. Ci sentiamo liberi di sostare in un posto incantevole, dove macchina e natura si fondono in un’atmosfera indimenticabile. Fuori dai centri abitati l’auto ha un senso di congiunzione con lo spazio e il tempo, silenziosa e completamente ecologica senza alterare nessun equilibrio. L’autovettura deve diventare reversibile, niente deve essere buttato. E, dulcis in fundo , il nostro mezzo di trasporto privato dovrà controllare le emozioni umane: avrà il compito di tutelare al 100% la vita dentro e fuori dall’abitacolo. Buon viaggio a bordo dell’utopia?    Dario F. Pericolosi

Il giallo della siccità ha la sua poesia

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Il giallo domina questa estate intensamente calda, e senza lo sfiato di temporali liberatori, almeno qui a Milano. A parte i versanti alpini, in collina e pianura la predominante gialla e polverosa dei terreni mi rende arida la mente: non so cosa pensare, resto chiuso in casa con il climatizzatore acceso. Fuori, la natura fa il suo corso, forse siamo entrati in un'epoca di estati supercalde e inverni iperfreddi, oppure è solo un caso, capita ogni tanto, è già successo. E qui nasce il giallo: chi ha ragione? Il riscaldamento della terra è colpa dell'inquinamento, o c'è dell'altro? Percorrendo l'Italia in autostrada, ai due lati, vedo campi, erba e piante ingiallite, salvo dove vi è irrigazione. Vedo anche tanta polvere alzarsi, e non di stelle. Il giallo è intrigante, riusciremo a svelare il mistero di questa lunga estate di ferro? Il giallo della siccità ha la sua poesia, anche se fa tristezza guardare le foglie secche a terra come se fosse già autunno.   Dario F...