Era notte. Uno scuro che non vorresti
vedere
anche se era chiaro che avrei dovuto
camminare con le mani avanti.
Sono andato a sbattere contro lo
stipite
gli occhiali sono caduti a terra
in un fragore mentale.
Ho acceso la luce, quella materiale,
per terra vedo una stanghetta, come un
arto
si era staccata dal corpo dell'occhiale.
Ho urlato ciecamente
in fondo, sono comunque un essere umano
dal pavimento raccolgo la sua fine.
Mi ritrovo a contare, sul palmo della
mano,
i frantumi delle lenti inutili,
inutilmente, metto insieme i cocci.
Dario F. Pericolosi