La follesia della poesia a mano di Carlo Riva
Scrivere a mano le poesie usando una bella matita (non importa che sia HB, 8B o 6H) è diventata un'arte ormai. Carlo Riva è mònos (unico). Raccoglie la carta in fascicoletti (poesietti) e scrive sopra le sue liriche senza preoccuparsi dell'estetica, semmai dell'etica. La scrittura è un esercizio utile per allenare la mano quasi menomata dalle comodità tecnologiche. Io stesso mi rendo conto di perdere quella bella "sensibilità" del palmo della mano appoggiato sulla pelle della carta che respira il mio umore, e sudore.
Lasciamo per un attimo la tastiera del pc e riprendiamo la matita (meglio quella con la gomma all'estremo opposto) e scarabocchiamo qualsiasi cosa senza essere un servus a manu (amanuense). Se volete conoscere Carlo di persona, venite al Cenacolo Sant'Eustorgio (presso Libreria Esoterica - Galleria Unione, 1 - Piazza Missori Milano) tutti i giovedì dalle 17 alle 18 e 30.
Dario F. Pericolosi