"Homo poeticus” di Dario F. Pericolosi



Un gruppo di quattro/cinque uomini della specie homo sapiens sapiens si avventurarono nelle grotte di Toirano in provincia di Savona. L'episodio risale a circa 12000 anni fa. All'interno della grotta trovarono ossa dei grandi orsi delle caverne. Accesero dei fuochi. Erano cacciatori, ma tra di loro forse c'era anche un homo poeticus. L'uomo sapiens sapiens era già un uomo moderno. Tra le prime forme di linguaggio chissà se l'homo poeticus riuscì a esprimersi... in versi. Dopo la visita delle grotte di Borgio Verezzi e Toirano (che vi consiglio caldamente di visitare), ho buttato giù queste strofe:

Di due paesi hanno fatto una famiglia
da Verezzi a Borgio la strada scende,
con il suo rivolo di asfalto caldo,
fino alle acque limpide e serene del mare.

L'estate è chiusa dentro le case di pastello
l'inverno ha solo il nome, non il modo,
l'aria profumata ricorda la poesia
con il verso quieto, colorato, ricco dell'anima.

Alba e tramonto possono essere dorati, coperti, piovosi
ma sempre con il buon odore della natura
non importa se l'uomo, a volte, non la rispetta,
da Verezzi a Borgio, la roccia si arrocca.

Le strade vanno in un senso, o nell'altro,
il cuore segue un percorso di luci, bagliori, fuochi
settembre è addosso a me, e i lembi rossi della sera,
avvolgono i borghi, rifugio sacro per un poeta.
 
Dario F. Pericolosi