Pino Canta e l’ars punctuandi
Pino Canta non è né soggetto né predicato. La sua poesia è senza punteggiatura, altro che ars punctuandi. La lirica gira nell'aria come i fogli scritti a mano che lascia in giro per casa. Perchè la poesia non deve essere catalogata e messa via in un libro, ma va lasciata all'aria aperta. E consumata. Calogero Di Giuseppe, nel suo post su «La Discussione», così descrive Pino: «Posso affermare che è un vero vulcano che erutta testi poetici a non finire. Testi ai quali non appone la propria firma. Mi fa pensare ad Alda Merini e il suo disordine. Anche lei scriveva testi a getto continuo buttando i fogli per casa.»
Di seguito, la poesia dedicata a Mariuccia quando era in Bangladesh.
A Mariuccia
anch’io ero in Bangladesh con te
anch’io ero per terra nella grande
strada
e quando sei passata tu ti ho
riconosciuta
ti ho chiesto come ti chiamavi e dove
andavi
mentre il paese era in guerra civile
e nessuno poteva passare pensavo
invece era tutto calmo e immobile come
sempre
il taxi ti ha portato nella tua
missione tra le palme
dove i bambini ti aspettavano per
riabbracciarti
dopo due anni di forzata lontananza
e ti sei messa subito al lavoro con
loro
poi sei ritornata a dacca dove ti
aspettavo
ancora nello stesso posto e nella
stessa posizione
e quando sei ripassata ti ho donato una
rosa rossa
da portare con te in viaggio sull’aereo
dell’abbondanza
Per gentile concessione di Pino Canta (poesia scritta nel marzo 2013)