Severino Gargano: i giovani e il lavoro



I giovani e il lavoro

Quando vi era la corsa al posto fisso,
serenità regnava nel progresso,
stabilità d'intenti con le aziende,
e premi agli onesti all'orizzonte.

Libera scelta a ognuno di cambiare,
mutar contratto, futuro programmato,
concorsi interni, sviluppo di carriera
scatti d'anzianità, cespiti vari.

E la pace sociale di quegli anni
ha condotto l'Italia nel G8,
tra l'europee a rango di potenza
tecnica economica sviluppo e scienza.

Ma quando giunse dei sondaggi il tempo,
fiorirono gli atipici contratti,
denominati a titoli diversi,
ma tutti avviluppati e controversi.

E quanti scioperi si ebbero al reale,
per consolidare quel sociale,
che in un baleno è stato sgretolato,
nuove generazioni danneggiate.

S'era promesso alle giovani leve
di diventare tutti imprenditori,
invece è stato tolto ogni futuro
di un lavoro fisso e la pensione.

Finchè saranno i nonni ancor viventi,
i figli avranno un buon riferimento,
ma la generazione ingiustamente,
dovrà subire danni rilevanti.

Tra il peregrinare d'un lavoro,
saltuario, precario e malpagato,
i giovani non avranno più futuro,
di pensione degna in avvenire.

L'insicurezza del lavoro fisso,
accentua elusioni ed evasioni,
truffe e danni alle istituzioni,
e criminalità in espansione.

(Per gentile concessione di Severino Gargano)