Capitombolo sul tombino
Un giorno, mentre mi allenavo correndo assieme a degli amici, sono rovinosamente caduto a terra dopo aver inciampato su un tombino. Eppure, quella lastra di ferro, è sempre stata lì. Il tempo, e il peso dei veicoli che da anni vi passano sopra, hanno incrinato il tombino quel tanto da renderlo sporgente e serpente. E mi ha colpito. Purtroppo anche loro, con tutta quell'anima di metallo, cedono ai rigori della natura. L'accaduto mi ha ispirato la seguente lirica: Sono caduto per terra, mi sono sporcato di stelle. La luce polverosa del mattino presto usciva come fumo dalla bocca. Stavo a terra come un ferito di guerra, toccavo la parte dolente del cuore: era tutto in ordine, disordinatamente mi sono rialzato, ho ripreso a camminare, correre da dove il percorso di corsa si era interrotto come un corto circuito. Sono sgusciato fuori dalla carta da zucchero della bambina paura, il tombino crudele porta i segni della mia pelle mentre i...