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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

Vincere il primo premio di poesia

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Un lustro fa, in un caldo giorno di giugno ai bordi del solstizio, vincevo il primo premio del Concorso “Poeti in Galleria” di Milano, organizzato dal poeta Ҫlirim Muça con la partecipazione di Albalibri e Libreria Rizzoli Galleria. E' stato come vincere la Coppa del Mondo di calcio , esattamente quello che hanno fatto gli azzurri un mese più tardi. Di seguito, la poesia vincitrice Io confino : Io confino alla mia sinistra con l’incerta manodopera dei tempi moderni, con la destra lambisco la poesia o terra di dissenso verso l’uniforme mondo, in alto tocco l’aria spinata con il mio foglio bianco o aquilone da inchiostrare di parole, in basso calpesto la violabile terra lasciando le impronte di un uomo che ha trovato la propria luna, al centro sconfino nel tuo amore, Patrizia o nobile dall’Enotria venuta con un grecale di passione allo stato puro.   Dario F. Pericolosi 

"Sempri caru mi fu ‘stu colli sulu" di Calogero Di Giuseppe

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Ho letto recentemente su « La discussione », blog del poeta Calogero Di Giuseppe, la lirica di Leopardi L'infinito tradotta in vernacolo siciliano dallo stesso Di Giuseppe. Noto che il testo è stato catalogato presso il Centro Studi Leopardiani di Recanati. Un “bravo” va al poeta di Mussomeli per la traduzione. Mi viene in mente la poesia Lingua e dialettu (un populu mittitulu a catina...) di Ignazio Buttitta , scritta nel 1970. Penso che salvaguardare la lingua dialettale sia un segno di grande cultura. Oggi parliamo un italiano abbastanza forbito e un giorno comunicheremo con l'inglese o l' esperanto , ma con questo non dovremo dimenticarci del dialetto. La poesia di Calogero non è affiancata dalla versione originale in italiano, ma chi non conosce L'infinito di Leopardi? Sempri caru mi fu ‘stu colli sulu e stu limmitu, ca di tanta parti di l’urtimu orizzonti a vista leva. Ma assittannumi e guardannnu… infiniti spazzi ddabbanna didda, e spirituali ...

Cruna di luce

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C’è una cruna di luce. Luccicano ancora i metalli. I gobbuti girasoli scrutano, rubano lo sgocciolio del tramonto. C’è una zitta luce in questo ago di orizzonte, terra e spirito si sfiorano. E la luce tra quattro occhi è uno spiraglio di amore. La foresta gialla di girasoli, detta con le parole del poeta Leonardo Sinisgalli , non posso immaginarla sconvolta da una qualsiasi forma di inquinamento, soprattutto dalla radioattività. Purtroppo diverse bellezze del mondo sono interdette per decenni alla vita normale di tutti i giorni. Cruna di luce è una poesia estratta dalla silloge Parole d'Acquerello , pubblicata in proprio nel 1999.